Nanga. Fra rispetto e pazienza, come ho corteggiato la montagna che chiamavano assassina by Simone Moro

Nanga. Fra rispetto e pazienza, come ho corteggiato la montagna che chiamavano assassina by Simone Moro

autore:Simone Moro [Moro, Simone]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Sports & Recreation, Mountaineering, Travel, Special Interest, Adventure
ISBN: 9788817090230
Google: _j46vgAACAAJ
editore: Rizzoli
pubblicato: 2016-04-14T22:00:00+00:00


43.

Lo sconforto di Tamara

Dopo la partenza di Hansjörg, io e Tamara decidemmo di ritornare a Sadpara per continuare la nostra fase di acclimatamento ed esplorare altre montagne. Erano cime prive di difficoltà tecniche, ma ottime per il guadagno veloce di quota e per riuscire a dormire ad altezze tali da favorire l’acclimatamento. Le montagne intorno a Skardu erano davvero un parco giochi, e se non fosse stato per i divieti imposti dai militari, sarebbero state una splendida occasione per inventarci nuove salite, giocare in maniera del tutto spontanea, facendoci attrarre solo dalla bellezza o dalla curiosità di una valle o di una cima invece di un’altra.

In questa fase avremmo utilizzato gli sci partendo da quote molto alte. Con la strada potevamo infatti raggiungere già i 4000 metri, e da lì andare ancora più su. Il progetto era ossigeno puro per i nostri muscoli e per la testa; ma quando stavamo per partire, con gli sci già caricati in macchina, fummo bloccati al check post della polizia che ci impedì di passare: il nostro obiettivo alpinistico di acclimatamento era per loro privo di tutti i criteri di sicurezza inerenti l’organizzazione, la comunicazione e la presenza della scorta.

Tamara ci rimase malissimo e di fronte a quel nuovo ostacolo fu quasi sul punto di piangere e di esplodere. Lo sconforto era tale che mi disse di volersene tornare a casa. Fare alpinismo per lei, come per me, è una forma di libertà: vedere questa libertà negata, anche se per motivi di sicurezza, le stava facendo passare la voglia e il fascino che la bellezza dei luoghi in cui ci trovavamo avrebbero suscitato su chiunque in condizioni normali. Però era diventato tutto così tremendamente difficile... la sua sopportazione era arrivata al limite.

Anche io non ero contento ma, complici forse gli anni in più di lei, riuscii a mantenere la calma e cercai di convincerla a non scappare e a non farsi demoralizzare. Le proposi un’alternativa: saremmo andati dalla parte opposta rispetto all’escursione dei giorni precedenti e saremmo saliti sulla montagna che si trovava a sinistra rispetto al villaggio, anch’essa alta, bella e poco esplorata se non da qualche capra o qualche pastore locale. Ci mettemmo nuovamente in cammino e arrivammo a 4000 metri, poco più in alto rispetto alla quota del campo raggiunto alcuni giorni prima. Trovammo un luogo ben riparato dietro un grande masso, nell’unico punto in cui la pendenza costante del crinale montuoso si addolciva e creava una specie di terrazzino: là avremmo potuto resistere anche in caso di vento e maltempo. Era già il 20 dicembre e il freddo, in quell’angolo di mondo notoriamente caratterizzato da stagioni fredde particolarmente severe, cominciava a farsi sentire. Nonostante le temperature più rigide, eravamo stati accompagnati da un cielo bellissimo che ci aveva fatto godere ancora di più di quei pochi giorni lontani dall’albergo e in cui fummo liberi di dare sfogo ai nostri muscoli e alla nostra mente attraverso l’azione.

Nei dintorni del campo trovammo molta legna secca: la zona, così poco accessibile, nel corso degli anni non era stata ripulita.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.